30 km/h in città: è davvero ecologico?
28 Luglio 2022
In molte città e non solo in Italia, il traffico automobilistico è stato limitato a 30 km/h. Questa misura ha diversi obiettivi: migliorare la sicurezza stradale, ridurre il rumore, ma anche ridurre le emissioni di gas serra, o polveri sottili.
Tuttavia, nel dibattito pubblico sono emerse rapidamente domande sul reale impatto ecologico di tale misura. Ridurre la velocità a 30 km/h riduce davvero le emissioni di CO2? Questo limita le emissioni di polveri sottili e altri inquinanti atmosferici?
La complessa relazione tra velocità del traffico e inquinamento
In teoria, l’inquinamento generato da un veicolo è proporzionale alla velocità di circolazione di questo veicolo. È logico: più velocemente cammini, più carburante consumi e più CO2, o particelle fini, generi. È questa logica che porta a voler limitare la velocità del traffico in città, ad esempio con le Zone 30.
Tuttavia, in realtà, il rapporto tra velocità e inquinamento non è proprio così semplice. Infatti, a seconda dei diversi regimi del motore, può accadere che si generino più emissioni inquinanti ai bassi regimi rispetto agli alti regimi. In 1a o 2a marcia, un veicolo consuma proporzionalmente di più rispetto a quando viaggia in 5a marcia. In condizioni di traffico reale, anche le fasi di accelerazione e frenata influenzano fortemente le emissioni di gas serra ed inquinanti. Quindi, se guidi a una velocità media di 20 km/h, negli ingorghi, alternando fasi di accelerazione e decelerazione, tornando spesso alla 1a marcia, inquinerai molto di più che guidare a 70 km/h su una strada fluida nazionale.
Tuttavia, limitando la velocità massima, si evitano le accelerazioni elevate, e quindi le fasi in cui i consumi di carburante e le emissioni inquinanti sono maggiori. In una città dove il limite è a 30 km/h, gli automobilisti non hanno più bisogno di accelerare fino a 50 km/h quando ripartono dopo essersi fermati. Riducendo la velocità massima autorizzata, inoltre, si rende più fluido il traffico stradale e si riducono gli ingorghi, il che consente ai veicoli di viaggiare fermandosi meno, e quindi di ripartire e accelerare di meno. Questa osservazione, a prima vista controintuitiva, è tuttavia ampiamente documentata nella letteratura scientifica da circa vent’anni, sia in teoria (ad esempio in questo studio del 2000) che in pratica (ad esempio in Svizzera o Londra).
Da un punto di vista ecologico è quindi importante il vantaggio di ridurre la velocità a 30 km/h in città, perché consente un traffico più fluido, limitando le fasi di accelerazione e frenata, il che permette di ridurre le emissioni di gas serra, ma anche l’inquinamento da particelle fini. Aiuta anche a ridurre gli ingorghi, che causano sia una significativa perdita di tempo che un consumo eccessivo di carburante per i conducenti. Limitare la velocità a 30 km/h in città ha anche un interesse a più lungo termine in termini di transizione ecologica: è uno strumento per riequilibrare la condivisione dello spazio pubblico urbano a favore di modalità di viaggio più ecologiche, come il trasporto pubblico. Meno ingorghi significa autobus più puntuali, più veloci, quindi più interessanti per gli utenti. Nelle città limitate a 30 km/h, può anche diventare più interessante prendere la bicicletta piuttosto che l’auto.
Ma affinché la misura di limitazione delle aree urbane a 30 km/h sia pienamente efficace nella riduzione dei gas serra e delle emissioni inquinanti, non deve essere presa “da sola”. Per ridurre l’impatto ecologico dei nostri spostamenti in città, non dobbiamo solo viaggiare più lentamente e in modo più fluido, ma soprattutto trasformare i nostri sistemi di mobilità in modo globale.