Non lasciarsi possedere dagli oggetti: Greta Thumberg insegna
14 Marzo 2022
Una delle frasi più famose di Fight Club è “Le cose che possiedi alla fine ti possiedono”. Una citazione che ci fa riflettere sul rapporto che abbiamo con le cose che decidiamo di comprare ogni giorno. Accumulare oggetti, sostituirli senza che siano veramente rotti o inutilizzabili, comprare cose che non ci servono veramente ci rende tutti colpevoli di non fare il possibile per l’ambiente. In qualche modo il consumismo sta letteralmente consumando la Terra e un atteggiamento più attento è necessario. Se qualche anno fa l’attenzione all’ambiente era vista come una roba da fricchettoni, o per gente fissata con il green, adesso il cambiamento climatico non è più un opinione ma un dato di fatto.
L’aumento dei consumi ha contribuito, aimè, a soddisfare i bisogni primari e a creare posti di lavoro ma dopo decenni questo appetito senza precedenti dei consumatori sta minando i sistemi naturali da cui tutti dipendiamo e rendendo ancora più difficile per i poveri del mondo soddisfare i loro bisogni primari.
Questo modello capitalista e consumista non è più sostenibile. Le nuove generazioni scendono in piazza per protestare, come con i “friday for future” e l’attenzione che è stata capace di calamitare la giovane attivista svedese Greta Thumberg.
La maggior parte dei problemi ambientali che vediamo oggi possono essere collegati al consumo eccessivo, specialmente di una parte di mondo, cioè l’Occidente, condizionando però pesantemente anche il resto del globo.
Il consumo eccessivo di risorse da parte degli esseri umani, dal cibo e dai vestiti che acquistiamo ai metodi di trasporto che scegliamo, è uno dei principali fattori che contribuiscono al cambiamento climatico globale. Cosa possiamo fare allora? Innanzitutto è sempre più importante indagare le scelte che fanno i consumatori e capire poi in che modo tali decisioni influiscono sulla salute di un pianeta con risorse che ,va ribadito, sono limitate.