Cambiamenti climatici, Clima e ambiente, energie rinnovabili

Cosa è successo l’ultima volta che la Terra ha sperimentato il riscaldamento globale

Cosa è successo l’ultima volta che la Terra ha sperimentato il riscaldamento globale

By daniele

La Terra, con i suoi 4,5 miliardi di anni, ha vissuto una serie di variazioni cicliche del suo clima, che i ricercatori sono riusciti a far risalire a circa 2,5 miliardi di anni fa. Ma l’ultima volta che ha sperimentato un evento di riscaldamento con caratteristiche simili a quello che viviamo oggi è stato 56 milioni di anni fa, quando il nostro pianeta ha visto le sue temperature globali aumentare da 5 a 8°C.

Questo evento, chiamato Paleocene-Eocene Thermal Maximum (PETM) e descritto come “la più grande e più veloce perturbazione climatica dell’era Cenozoica” (da 65,5 milioni di anni fa ad oggi), è prodotto in risposta ad alte concentrazioni di anidride carbonica ( CO2) e metano (CH4) nell’atmosfera, come sta accadendo oggi. I processi che hanno portato al rilascio di questi due potenti gas serra sono ancora oggetto di discussione, ma i resti geologici di questo periodo offrono elementi sostanziali per comprendere l’evoluzione e le conseguenze del riscaldamento globale.

La Terra ha già conosciuto il nostro futuro climatico

Come anticipato, il massimo termico del Paleocene-Eocene che si è verificato 56 milioni di anni fa, ed ì è un evento che ha profonde analogie con il riscaldamento globale di oggi. Di eccezionale grandezza termica (aumento da 5 a 8°C) e repentinità (5.000 anni, un tempo molto breve su scala geologica), si pensa che sia stato causato da un aumento di anidride carbonica e metano nell’atmosfera dovuto a la combinazione di diversi fenomeni, tra cui il rilascio di idrati di metano intrappolati sul fondo del mare, l’improvviso e significativo scioglimento del permafrost e l’iniezione di magma nei sedimenti organici del confine con la Norvegia occidentale. L’origine di questi processi non è stata ancora chiarita ma, secondo i ricercatori, potrebbe esserne responsabile l’impatto di un meteorite e/o gli effetti di un’intensa attività vulcanica nelle profondità del Nord Atlantico.

Indipendentemente da come i gas sono stati rilasciati, l’evento di riscaldamento ha provocato una dinamica climatica caratterizzata da “un aumento della stagionalità e dell’intensità delle precipitazioni” come ha scoperto di recente un gruppo di ricerca dell’Università di Ginevra (UNIGE) grazie all’analisi dei sedimenti effettuata dalle profondità del Golfo del Messico. I risultati del loro studio, pubblicati sulla rivista Geology, mostrano che tali precipitazioni hanno spostato grandi quantità di argilla nell’oceano, causando l’estinzione di molte specie marine e terrestri.

Il massimo termico del Paleocene-Eocene è un potenziale analogo al riscaldamento in corso – come hanno precisato gli esperti – e, come mostrano i recenti rapporti dell’IPCC, stiamo assistendo anche a un aumento della stagionalità e dell’intensità delle precipitazioni. Proprio come indica il nostro studio, che questo rischia di destabilizzare i sistemi sedimentari nello stesso modo e con le stesse conseguenze per gli oceani e le specie viventi.