Dovremmo smettere di bere Prosecco per motivi ambientali?
24 Aprile 2023
Il Prosecco dovrebbe entrare a far parte dell’elenco di alimenti e bevande dannosi per l’ambiente, come il merluzzo del Nord Atlantico (pesca eccessiva), la carne bovina (enorme impatto climatico) e il caffè (consumo eccessivo di acqua)? Questa è la domanda sollevata da uno studio che ha misurato la quantità di erosione del suolo causata dalla produzione di spumante nel nord-est Italia.
Poiché la domanda di vino bianco italiano è aumentata negli ultimi anni, la produzione si è intensificata sui pendii ripidi dove il terreno è spesso spoglio. Le forti piogge causano quindi una grave erosione. I ricercatori dell’Università di Padova hanno scoperto che tre quarti della perdita di suolo sulle colline della regione vinicola veneta, sede di numerosi vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (AOCG), sono il risultato della produzione di Prosecco. Ciò equivale a 400.000 tonnellate di terra ogni anno, ovvero 4,4 kg di terra per ciascuna delle 90 milioni di bottiglie di prosecco che la regione produce ogni anno.
Un tale tasso è insostenibile, afferma l’esperto di suolo, il professor Chris Collins. Questa non è solo una cattiva notizia per la salute dei vigneti, ma anche per l’ambiente in generale, aggiunge.
“Più terreno puoi lasciare sul posto, meglio è in termini di nutrienti. Quando il suolo va a valle, provoca la sedimentazione. Rende anche costoso il trattamento dell’acqua in quanto devono estrarre il suolo e possono trasportare i pesticidi a valle“, afferma Chris Collins, che coordina un programma di sicurezza del suolo.
Il mondo consuma circa 370 milioni di bottiglie di Prosecco all’anno, secondo l’analisi del mercato delle bevande di IWSR, con l’Italia in testa, seguita da Regno Unito e Stati Uniti.
Ma allora, dovremmo smettere di bere Prosecco? “No, dovremmo gestire meglio i nostri vigneti”, dice il professore. L’inerbimento del terreno nell’area colpita ridurrebbe significativamente l’erosione, aggiunge. Gli autori dello studio ritengono che la quantità di suolo perso potrebbe essere tre volte inferiore utilizzando erba e siepi.