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Effetto ASE, il fenomeno delle nevicate su pianure e spiagge che si affacciano sul mare Adriatico

Effetto ASE, il fenomeno delle nevicate su pianure e spiagge che si affacciano sul mare Adriatico

By daniele

A fine gennaio/inizio febbraio i meteorologi avevano previsto che sull’Adriatico si sarebbe verificato l’effetto ASE, un fenomeno meteorologico poco frequente che porta la neve sulle spiagge e sul mare.

Cos’è l’effetto ASE, il fenomeno che fa nevicare

Negli ultimi giorni le temperature in Italia si sono notevolmente abbassate, dando vita ad un vero e proprio inverno dopo un autunno anomalo e “caldo”. Il clima particolarmente rigido ha portato abbondanti nevicate anche in collina e, in alcuni casi, anche in pianura. Inoltre, vengono create tutte le condizioni per dar vita all’effetto ASE, acronimo di Adriatic Snow Effect, che nella nostra lingua si traduce in Effetto Nevoso causato dal Mare Adriatico. Si tratta di un fenomeno particolare, poco frequente e tipicamente invernale, che porta abbondanti nevicate sul versante adriatico dello stivale, con possibile coinvolgimento anche di pianure e spiagge.

L’ASE è un fenomeno nevoso noto in Nord America, dove coinvolge i Grandi Laghi e prende il nome di Lake Effect Snow. Qui si tratta dei mari e più in particolare dell’Adriatico, motivo per cui prende il nome di ASE. Si verifica quando grandi masse di aria fredda e secca dalla zona del Circolo Polare Artico – ad esempio dalla Russia/Siberia e dalla Scandinavia – arrivano sopra il braccio orientale del Mar Mediterraneo, dopo aver attraversato altipiani e essersi incastrate tra i Monti Balcani, come le Alpi Dinariche. Il vento che scende ad alta velocità lungo i pendii si chiama catabatico.

Spinte dai venti di bora e tramontana, queste masse d’aria gelida, densa e pesante incontrano l’Adriatico come primo spazio marino aperto, la cui superficie è accarezzata da condizioni significativamente diverse da quelle continentali, con aria più calda, umida e più leggera. Questo incontro tra “opposti” innesca una forte instabilità che dà origine a formazioni nuvolose significative, in particolare grandi cumuli e cumulonembi. Durante il loro viaggio guidate dal vento, le nubi finiscono per “schiantarsi” contro la catena appenninica affacciata sul mare Adriatico, producendo nuovi sconvolgimenti nella massa d’aria – grazie ai moti convettivi che si innescano – dando luogo a forti piogge. L’aumento improvviso e forzato delle masse d’aria è a sua volta chiamato “effetto stau”.

Tuttavia, poiché l’aria rimane molto fredda, si possono innescare abbondanti nevicate, anche a carattere burrascoso a causa del forte vento, che interessano quote basse, spiagge e persino la superficie del mare: nasce così l’effetto ESA. Si tratta di un fenomeno raro, ma le previsioni meteo di fine gennaio 2023 suggeriscono che ci sono tutte le condizioni perché si manifesti l’effetto neve adriatica, soprattutto lungo le coste di Abruzzo, Marche, Molise, Puglia e Romagna meridionale. Il motivo sta nel fatto che l’Adriatico settentrionale è troppo stretto per consentire la formazione di grandi nubi, che si ingrossano man mano che vengono spinte dal cuore del bacino dalla bora e dalla tramontana verso la costa.

Come hanno chiarito gli esperti, gli accumuli nevosi più consistenti si registrano ancora sul versante nord-est delle montagne; tra i più coinvolti, come spiega meteofunghi.it, ci sono il Monte Titano a San Marino, il Monte Conero nelle Marche e il promontorio del Gargano in Puglia. L’effetto ASE è prevedibile sia in termini di occorrenza che di intensità, sulla base di un indice numerico denominato SI-ASES (Synthetic Index Adriatic Sea-Effect Snow). Si basa su quattro parametri distinti, tra cui l’umidità relativa e il gradiente termico verticale.