Le emissioni derivanti dalla produzione alimentare rappresentano oltre un terzo del totale globale
16 Aprile 2023
Il nostro stile di vita, unito alla sovrappopolazione, genera un consumo vertiginoso di alimenti ricchi e vari, che richiedono enormi risorse produttive. Un nuovo studio stima che la produzione alimentare rappresenti circa il 37% delle emissioni globali di gas serra, rivelando l’impatto della nostra dieta sul cambiamento climatico. E gli alimenti di origine animale producono circa il doppio delle emissioni rispetto agli alimenti di origine vegetale.
Questo nuovo studio, condotto dall’Università dell’Illinois, è il primo a confrontare in modo diretto e accurato le emissioni derivanti dalla produzione agricola e animale. “Molti studi sono già stati pubblicati su questo argomento, ma il nostro è il primo a quantificare esplicitamente le emissioni derivanti dalla produzione agricola e dalla produzione animale su scala globale“, afferma Atul K. Jain, corrispondente autore dello studio.
Per fare una tale stima, Jain e i suoi colleghi hanno utilizzato i dati di oltre 200 paesi e hanno stabilito che la produzione alimentare rappresenta circa il 35% delle emissioni totali di gas serra, con una cifra che sale al 37% se si tiene conto delle emissioni. disturbi correlati, come l’incendio della savana per liberare spazio per l’agricoltura.
Riso e manzo: principali contributori alle emissioni di CO2 dell’industria alimentare
I ricercatori hanno esaminato le emissioni di anidride carbonica, metano e protossido di azoto dalla produzione di 171 diverse colture e 16 prodotti animali nel 2010, con i dati più recenti disponibili che risalgono al periodo 2007-2013. Emissioni di gas serra (12%), mentre la produzione di carne bovina ha contribuito maggiormente alle emissioni associate agli animali (25%).
Secondo le loro stime, la produzione alimentare globale contribuisce per circa 17,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno, quasi 19 volte la quantità prodotta dall’aviazione commerciale. Di queste emissioni, il 57% è legato alla produzione di alimenti di origine animale e la produzione di alimenti di origine vegetale rappresenta il 29%. Il resto delle emissioni proviene dalla conversione di terreni agricoli da colture non alimentari, come il cotone, alla produzione alimentare.
Il sud e il sud-est asiatico hanno registrato le emissioni più elevate legate agli alimenti di origine vegetale, mentre il Sud America ha registrato le emissioni più elevate legate agli alimenti di origine animale. “Alcune regioni hanno emissioni molto più elevate. Ciò non è dovuto solo al consumo, ma anche alla produzione“, afferma Jain. Cambiare i tipi di fertilizzanti utilizzati sui terreni destinati alla produzione alimentare di origine vegetale, afferma, potrebbe contribuire a ridurre le emissioni legate alla produzione.