Le microplastiche possono raggiungere il cervello in meno di due ore!
3 Maggio 2023
Secondo un nuovo studio, minuscole particelle di polistirene (polistirolo) possono essere rilevate nel cervello due ore dopo l’ingestione. Queste microplastiche e nanoplastiche potrebbero aumentare il rischio di neuroinfiammazione e malattie neurodegenerative.
Uno studio condotto dall’Università di Vienna mostra che minuscole particelle di polistirene (in micrometri) possono essere rilevate nel cervello, solo due ore dopo l’ingestione da parte dei topi. Mentre la barriera emato-encefalica aiuta a impedire agli agenti patogeni o alle tossine di raggiungere il cervello, le microplastiche e le nanoplastiche (MNP) potrebbero attraversarla.
I ricercatori spiegano che nel cervello è probabile che le particelle di plastica aumentino il rischio di infiammazione, disturbi neurologici o persino malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson.
Rivelato il ruolo della corona biomolecolare
Per il nuovo studio, gli scienziati hanno eseguito studi di assorbimento a breve termine su topi con MNP di polistirene di tre diverse dimensioni e somministrati per via orale. Utilizzando modelli computerizzati, hanno scoperto che una certa struttura superficiale, la corona biomolecolare, era necessaria affinché le particelle di plastica entrassero nel cervello.
Inoltre, le molecole di colesterolo favoriscono l’assorbimento di questi contaminanti nella membrana della barriera emato-encefalica, mentre le proteine lo inibiscono.
Il polistirene è una plastica ampiamente utilizzata per l’imballaggio alimentare. Tuttavia, gli NPM non si trovano solo nei rifiuti di imballaggio. Secondo uno studio, bere tra i 1,5 e i 2 litri raccomandati di acqua al giorno da bottiglie di plastica corrisponderebbe all’ingestione di circa 90.000 particelle di plastica all’anno.