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Record negativo: la banchisa antartica si ritira ancora

Record negativo: la banchisa antartica si ritira ancora

By daniele

Il 21 febbraio 2023, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto un nuovo minimo segnando uno scioglimento record da quando sono iniziate le misurazioni satellitari 45 anni fa. I ricercatori del National Snow and Ice Data Center (NSIDC) dell’Università del Colorado a Boulder hanno infatti annunciato che martedì 21 febbraio 2023 “ha probabilmente raggiunto la sua estensione minima dell’anno, pari a 1,79 milioni di chilometri quadrati”. Non era mai sceso così in basso. Ricordiamo che la banchisa antartica, così come quella artica, non è costante ma fluttua a seconda delle stagioni, raggiungendo picchi massimi e minimi; nell’emisfero australe il livello minimo si raggiunge a febbraio perché dall’altra parte del mondo a quest’ora è estate.

A preoccupare i ricercatori non è tanto il solo saldo negativo, ma il trend di costante riduzione dei ghiacci marini, potenzialmente legato all’aumento delle temperature medie catalizzato dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra. In poche parole, al cambiamento climatico antropogenico. Non a caso il bilancio negativo del 2023 è il secondo consecutivo dopo quello del 2022, registrato il 25 febbraio.

Anche nel 2017 e nel 2018 si sono registrati valori molto bassi. Non è ancora possibile confermare il perdurare del trend negativo, visto il breve arco temporale considerato, ma vi sono segnali da non sottovalutare.

Per capire di quanto si sia ridotto il ghiaccio marino antartico dalle prime rilevazioni satellitari, iniziate 45 anni fa, basta sapere che nel 2023 sarà di 1,05 milioni di chilometri quadrati in meno rispetto all’estensione media minima registrata tra il 1981 e il 2010. In inoltre, la proroga minima è stata raggiunta con 3 giorni di anticipo rispetto alla media dello stesso periodo.

Questi sono segni di un processo di fusione accelerato, catalizzato anche dal circolo vizioso della ridotta albedo, cioè della capacità di riflettere i raggi del sole. Meno sono le piattaforme ghiacciate, meno i raggi del sole vengono riflessi, quindi aumenta l’assorbimento di calore da parte dell’acqua di mare, che favorisce lo scioglimento. Questo processo espone anche la calotta glaciale antartica a un maggiore scioglimento, che a sua volta influisce sull’innalzamento del livello del mare, una delle conseguenze più catastrofiche del riscaldamento globale. I ricercatori americani hanno sottolineato in un comunicato stampa che quasi tutto il ghiaccio marino sopravvissuto si trova nel Mare di Weddell, “Ion macchie isolate lungo le coste della Principessa Astrid e della Principessa Ragnild e nelle aree di East Wilkes e Pine Island Bay“.

Secondo i calcoli degli esperti, l’estensione minima annua dei ghiacci antartici si sta riducendo in media di 2.800 chilometri quadrati all’anno, pari all’1% del totale ogni 10 anni. La cifra al momento non è considerata statisticamente significativa e non è paragonabile a quanto sta accadendo nell’Artico, dove la perdita di ghiaccio è del 13% ogni decennio. Una drastica riduzione che indebolisce gravemente gli equilibri ecologici locali. A causa di questo processo, i ricercatori ritengono che la popolazione di orsi polari diminuirà del 30% entro il 2060, mentre la specie rischia di estinguersi entro la fine del secolo se non facciamo nulla per contenere il riscaldamento globale. Gli effetti dei processi di riscaldamento in corso sull’Antartide non sono ancora del tutto chiari.