Il vapore acqueo peggiora il cambiamento climatico?
6 Luglio 2022
L’energia che arriva sulla terra dallo spazio sotto forma di raggi solari viene in parte assorbita dal suolo del pianeta. La Terra recupererà parte dell’energia assorbita, attraverso due fenomeni principali: la convezione, ovvero riscaldando l’aria a contatto con il suolo, e la radiazione termica infrarossa. È questo secondo vettore che ci interessa nel caso dell’effetto serra.
Comprendere i legami tra atmosfera e clima
L’atmosfera è composta dai cosiddetti gas serra, come vapore acqueo (H2O), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) o metano (CH4). Quest’ultimo assorbirà la radiazione infrarossa emessa dalla Terra, quindi, a sua volta, si irradierà attorno ad essa. Senza questi gas, la radiazione terrestre andrebbe dritta nello spazio. Invece, aiutano a riscaldare l’atmosfera. Senza questo fenomeno la temperatura media sulla Terra sarebbe di circa -18°C e la vita come la conosciamo non esisterebbe.
Un altro fenomeno permette in parte di limitare la quantità di energia solare che arriva inizialmente sulla Terra: parte di questa energia viene riflessa verso lo spazio, dalle nuvole, o anche dall’aria, e dalle superfici limpide della Terra, come i banchi di ghiaccio (sebbene si formino principalmente in inverno, quando le giornate sono più brevi, e si trovino nelle zone che ricevono la minore radiazione solare in questo momento, i poli).
Tuttavia, l’aumento della quantità di gas serra nell’atmosfera, direttamente dalle attività umane, o indirettamente dalle loro conseguenze, porta ad un aumento delle temperature medie. E questo mette a repentaglio gli equilibri biofisici, di cui fanno parte le società umane.
Il ciclo dell’acqua ha molti effetti sul clima, a livello locale, ma a livello globale il più importante rimane il suo effetto sui cambiamenti climatici, perché il vapore acqueo è il primo gas serra. Infatti contribuisce per il 60% alla l’effetto serra. Ma allora perché si parla tanto di CO2 e poco di vapore acqueo? Dovrebbe essere chiaro che il vapore acqueo è il terzo gas più abbondante nell’atmosfera, dopo l’azoto (N2) e l’ossigeno (O2), ma in termini di effetto serra è il più importante.
Tuttavia, l’effetto serra deve essere distinto dal cambiamento climatico. L’effetto serra è un fenomeno naturale che regola la temperatura terrestre. Il cambiamento climatico è causato da un aumento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera, emessi dalle attività umane: questo è chiamato effetto serra antropico o addizionale. Il vapore acqueo contribuisce molto all’effetto serra naturale, ma poco all’effetto serra aggiuntivo.
Come mai? Perché non sono le emissioni di acqua delle attività umane ad aumentare il tasso di vapore acqueo nell’atmosfera, a differenza della CO2 emessa da camini e motori. Certamente il vapore acqueo viene emesso durante la reazione chimica di combustione di materiali carboniosi, ad esempio combustibili fossili. Anche il raffreddamento di processi industriali (come le centrali termiche) o l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione producono vapore acqueo attraverso fenomeni di evaporazione. Queste emissioni di vapore acqueo sono indipendenti dai cicli naturali dell’acqua, si dice che siano di origine antropica, cioè indotte dalle attività umane.
Il vapore acqueo naturale amplifica il riscaldamento globale
Il cambiamento climatico porta a un aumento medio delle temperature sulla Terra. Pertanto il punto di saturazione si sposta, quindi aumenta anche la quantità di acqua che l’atmosfera può assorbire. Tuttavia, il vapore acqueo è un gas serra, un effetto serra che intrappola il calore sulla Terra e ne aumenta la temperatura. Questo è un feedback positivo. Un fenomeno che si autoamplifica. Un po’ come gli incendi: più fa caldo, più secca è la vegetazione, maggiore è il rischio di incendi, più CO2 viene emessa dagli incendi boschivi, che peggiorano i cambiamenti climatici.
Sono le emissioni antropiche di gas serra, come CO2 o CH4, che si accumulano costantemente, ad essere la fonte del problema. Senza di loro, il clima cambierebbe poco e la quantità di acqua nell’atmosfera raggiungerebbe un equilibrio, regolato dal ciclo dell’acqua. Per questo si parla di acqua come amplificatore del cambiamento climatico e non come motore di esso. In quanto gli incendi naturali non sono il motore del cambiamento climatico (a differenza della deforestazione causata dalle attività umane), ma lo amplificano.