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Città senza auto: utopia o realtà?

Città senza auto: utopia o realtà?

By daniele

E se pensassimo seriamente alle città senza auto? O meglio nelle città dove l’auto sta diventando l’eccezione piuttosto che la regola?

Le nostre grandi città sono oggi strutturate per utilizzare l’auto. Sono attraversate da strade dove passano migliaia di auto ogni giorno, e sono punteggiate da parcheggi su parcheggi. Le città lottano ogni giorno con la congestione del traffico e l’inquinamento atmosferico. Gli utenti si lamentano della mancanza di parcheggio e del loro prezzo. Gli abitanti delle città si stanno allontanando sempre più dai centri per evitare il rumore e il fastidio causato dalle auto, creando allo stesso tempo la necessità di più auto.

E sembra quasi impossibile oggi immaginare una città senza auto, il mezzo di trasporto re in tutto il mondo. Parlare di una città senza auto, di una vita senza auto, significa rifiutare la società moderna?

Città senza auto: un trend emergente?

Dopo essere aumentata dal 7 al 20% per decennio dagli anni ’60, la curva si sta invertendo: l’uso dell’auto si sta stabilizzando o addirittura calando nelle grandi città. Un dato che però fa a botte con l’incredibile numero di veicoli privati. L’auto resta quindi la prima modalità di viaggio, ma la tendenza è chiara: l’auto sta perdendo la sua aura e sempre più persone, soprattutto i giovani, preferiscono muoversi a piedi o sulle due ruote (anche la bici). D’altra parte, nelle città ben servite, come a Milano, circa 1 residente su 3 non ha nemmeno un’auto.

Concretamente, ciò significa che con migliori politiche di trasporto pubblico, lo sviluppo delle linee di autobus, l’aumento delle frequenze dei trasporti pubblici e il miglioramento del servizio verso le aree urbane, sarebbe possibile ridurre ulteriormente in modo molto significativo la necessità di utilizzare l’auto. Ciò che queste cifre mostrano è che limitare l’auto non è un problema insormontabile.

Ciò che blocca è la capacità di investire e di ripensare la pianificazione urbanistica. Siamo a corto di risorse? E ‘improbabile. È soprattutto una questione di allocazione delle risorse. In effetti, la società spende cifre folli per creare città a misura di automobile, e questo spesso va a scapito dell’investimento nel trasporto pubblico. Ogni anno le autorità pubbliche spendono miliardi di euro per costruire, gestire e mantenere parcheggi, soprattutto nelle città. Ogni anno le autorità pubbliche spendono miliardi di euro per gestire gli effetti dell’inquinamento atmosferico, in gran parte dovuto… ai veicoli circolanti nelle città. A queste spese vanno aggiunte quelle sostenute dalle comunità per pulire e mantenere le strade danneggiate dal passaggio quotidiano di centinaia di migliaia di veicoli, e le centinaia di migliaia di ore di lavoro perse negli ingorghi urbani.

Insomma, l’auto è molto costosa per la collettività e questo ammonta a centinaia di miliardi di euro ogni anno. Se queste spese venissero utilizzate per lo sviluppo dello spazio urbano in modo tale da favorire l’uso del trasporto pubblico e di forme di mobilità alternative e meno invasive (carpooling, bici, due ruote motorizzate), le comunità realizzerebbero probabilmente un grande profitto. netto a lungo termine.

Anche per i cittadini l’operazione sarebbe redditizia. La proprietà, la manutenzione e l’assicurazione di un’auto, infatti, stanno diventando un lusso. Ma il dibattito sulla presenza delle auto in città va ben oltre questi temi. Non è più solo un problema di mobilità individuale, è una grande questione sociale e ambientale. L’inquinamento atmosferico causato dai trasporti è diventato uno dei flagelli sanitari più importanti del nostro tempo. Sarebbe la prima causa della prevalenza di ictus nel mondo. Uccide 5,5 milioni di persone ogni anno.

Le emissioni di CO2 delle auto sono tra le questioni più importanti dal punto di vista ecologico, sapendo che i trasporti rappresentano il 25% delle emissioni globali. Nel contesto della transizione energetica, è più che essenziale che le autorità pubbliche facciano di tutto per promuovere una netta riduzione del consumo di petrolio.

Alla fine, potrebbe prendere piede l’idea di città senza auto (o almeno con un drastico calo del consumo di auto). Ciò richiede un ripensamento completo della pianificazione urbana e dei trasporti pubblici, per pensare a nuovi usi della mobilità come il carpooling o le auto a guida autonoma. Città con meno auto, questo implica una vera politica di accessibilità, nuove strategie di lavoro come il telelavoro. Ma alla fine, non si starebbe tutti meglio?