Cosa sono i fiumi atmosferici e da cosa dipendono
25 Gennaio 2022
Il cambiamento climatico è ormai diventato un argomento sensibile, al centro delle politiche di ogni Paese civile. Innalzamento delle temperature, siccità, incendi contribuiscono sempre di più a focalizzare l’attenzione sul cosiddetto riscaldamento globale. Tra tutti questi “effetti collaterali” però, ce n’è un altro forse ignoto ai più: l’evento dei fiumi atmosferici. Cosa sono? Ne parliamo in questo nuovo articolo.
Fenomeni meteorologici estremi: Cosa sono i fiumi atmosferici?
I fiumi atmosferici sono eventi meteorologici, spesso causa di accadimenti drammatici come trombe d’aria, tornado, gelate, grandinate, alluvioni. Ma cosa sono precisamente i “fiumi nel cielo”?
I fiumi atmosferici sono dei corridoi di vapore acqueo molto stretti che circolano nel centro dell’atmosfera. Sebbene si tratti di fenomeni naturali e dunque “normali”, i cambiamenti climatici potrebbero “esaltarli” e aumentarne la frequenza oltre che l’intensità. Il risultato potrebbe essere quello di doversi confrontare con precipitazioni sempre più estreme e catastrofiche.
Il pericolo dei fiumi atmosferici: dove, come e quando
Lo studio più recente sui fiumi atmosferici ha avuto come caso analitico l’Asia Orientale, già per altro soggetta a diversi eventi atmosferici disastrosi. A portarlo avanti, un team di scienziati dell’Università di Tsukuba in collaborazione con l’Istituti di ricerca meteorologica – Agenzia meteorologica giapponese e del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Marine dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill (Stati Uniti).
Secondo lo studio, il riscaldamento globale sarà la principale causa della nascita di imponenti fiumi atmosferici, con tutte le conseguenze poco sopra descritte. Le ondate di calore in aumento infatti, determineranno l’aumento delle concentrazioni di vapore acqueo in atmosfera che si tramuteranno in precipitazioni senza precedenti. Ad essere maggiormente colpite saranno le zone sud-occidentali delle Alpi giapponesi, la Corea, Taiwan e la Cina nord-orientale.
Le parole di Yoichi Kamae, lo scienziato a capo dello studio
“Abbiamo confrontato simulazioni basate su dati meteorologici storici dal 1951 al 2010 con simulazioni future basate sull’anno 2090, in uno scenario climatico con 4 gradi Celsius di riscaldamento della temperatura dell’aria superficiale media globale”.