Un turismo sostenibile è necessario
31 Marzo 2022
“Sì…viaggiare”, recitava una vecchia canzone di Lucio Battisti che proseguiva con versi come “Evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure. Gentilmente senza fumo con amore”.
Versi che non sono nati per sostenere le cause ambientaliste ma che potremmo leggere anche come tali. Al di la della poesia è necessario pensare a un nuovo modo di interpretare il viaggio per “illuminare chiaramente la strada” e “per saper dove andare”.
Sono finiti infatti i tempi in cui forse potevamo permetterci di non riflettere su ogni nostra azione. Viaggiare oggigiorno richiede più consapevolezza, come ogni altro aspetto della nostra vita.
Per migliorare il nostro grado di consapevolezza ambientale ci vengono in soccorso i principi di sostenibilità. Questi si riferiscono agli aspetti ambientali, economici e socio-culturali dello sviluppo turistico e nascono per stabilire un equilibrio adeguato tra l’uomo e l’ambiente.
Il turismo sostenibile è definito dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e dall’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite come “turismo che tiene pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali attuali e futuri, affrontando le esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità ospitanti.
Ci sono tre pilastri del turismo sostenibile che possiamo rispettare nel nostro piccolo. Il primo riguarda l’adozione di pratiche rispettose per l’ambiente (seguendo ad esempio lo schema ridurre, riutilizzare, riciclare). Il secondo punto prevede la tutela del patrimonio culturale e naturale (come il restauro di edifici storici o la salvaguardia di specie in via di estinzione). Il terzo pilastro è più complesso e riguarda i benefici sociali ed economici tangibili per le comunità locali. In questo caso un esempio importante è la difesa dei diritti delle popolazioni indigene, un fattore spesso ignorato ma che mette in crisi le economie locali.