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Inquinamento e fertilità maschile: in tutto il mondo è in rapido declino

Inquinamento e fertilità maschile: in tutto il mondo è in rapido declino

By tiziana

Pubblicata sulla rivista Human Reproduction Update, una meta-analisi rivela per la prima volta un calo globale della fertilità tra gli uomini. Il team di esperti dietro l’articolo scientifico e guidato da Haigai Levine, professore all’Università Ebraica di Gerusalemme, ha osservato un calo generalizzato della concentrazione di gameti (spermatozoi) nello sperma grazie ai dati raccolti in tutto il mondo tra il 1973 e il 2018.

Il declino globale della fertilità sta accelerando

Già nel 2017, lo stesso team di ricercatori aveva dimostrato in un precedente studio un calo della fertilità tra il 1973 e il 2011 nei “paesi sviluppati”, ovvero quelli situati in Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda. Zelanda. Per dimostrare questa diminuzione, gli scienziati si sono basati su due variabili essenziali per la fertilità maschile: la concentrazione di gameti nello sperma (il numero di spermatozoi per millilitro) e il numero totale di spermatozoi in ciascun eiaculato.

Restava da vedere se questo calo della qualità dello sperma fosse limitato a questi paesi o se anche altri paesi fossero stati colpiti dal declino. Ma all’epoca il numero di studi sull’argomento era ancora troppo basso in molte parti dell’Africa, dell’America centrale e meridionale e dell’Asia. Per sollevare il velo su questa questione, gli scienziati hanno quindi riprovato l’esperimento, aggiungendo una letteratura più abbondante basata su studi di 53 paesi di tutti i continenti.

Il bilancio? In 45 anni, la concentrazione di spermatozoi è diminuita dell’1,16% all’anno, da una media di 101 milioni di spermatozoi (millimetro/ml) per millilitro nel 1973 a 49 (millimetro/ml) nel 2018.

Leggendo i dati dopo gli anni 2000, il risultato è ancora più convincente. La concentrazione media di gameti maschili perde 2,64 punti all’anno in due decenni. “A livello globale, stiamo assistendo a un calo significativo del 50% del numero di spermatozoi negli ultimi 46 anni, un calo che ha subito un’accelerazione negli ultimi decenni“, afferma il professor Haigai Levine.

Un’osservazione è preoccupante quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fissa la soglia per l’oligospermia a 15 ml/ml, soglia al di sotto della quale è difficile, se non impossibile, avere un figlio. La meta-analisi fa anche un’eccezione per altre complicazioni motorie o morfologiche che gli spermatozoi possono soffrire e che complicano la procreazione. L’infertilità potrebbe quindi rivelarsi un problema di salute pubblica molto più grande.

Stili di vita e inquinamento umano, cause del declino della fertilità

Anche se le ragioni del deterioramento della qualità dello sperma, e la sua accelerazione, rimangono ancora poco chiare, una letteratura scientifica sempre più abbondante dipinge il ritratto di due colpevoli. Il primo ritratto rivela che la comparsa di nuovi stili di vita contribuisce indirettamente a ridurre la concentrazione di gameti nello sperma. Stile di vita sedentario e conseguente obesità, cattiva alimentazionefumo o alcol sono tutte abitudini rischiose per la fertilità maschile.

Per il secondo, anche se la letteratura sull’argomento è ancora allo stadio ipotetico, le evidenze si accumulano e intrecciano un legame tra inquinamento umano e infertilità. Uno studio pubblicato nel 2021 ha già messo in evidenza le potenziali connessioni tra l’inquinamento chimico dovuto alla combustione di combustibili fossili e il calo della fertilità negli uomini. Altri studi mostrano che l’esposizione a interferenti endocrini (pesticidi, bisfenolo A, ftalati, ecc.) promuove la compromissione delle funzioni riproduttive negli uomini.

Fertilità, indicatore di buona salute

Gli scienziati dello studio chiedono quindi una migliore considerazione della fertilità, non solo perché aiuta a mantenere la popolazione, ma anche perché in campo medico la qualità dello sperma è un perfetto indicatore di buona salute negli uomini. Una bassa quantità di spermatozoi è spesso associata a un sistema metabolico più debole, a un calo della produzione di ormoni sessuali, a un potenziale sovrappeso…

Questo calo della fertilità osservato negli ultimi decenni è pericoloso anche per l’individuo stesso, ma anche per chi gli è vicino. Stili di vita nocivi e inquinamento umano hanno ripercussioni anche sulla fertilità delle donne e sulla prole, in particolare lo sviluppo della sindrome da disgenesia testicolare, un disturbo dello sviluppo dei testicoli che può portare a malformazioni.

L’infertilità ha molte cause: età, problemi genetici, ormonali, anatomici e infettivi. Ma nel 10-20% dei casi di infertilità, la scienza non è attualmente in grado di trovarne l’origine. L’ipotesi della causa ambientale è sempre più avanzata per spiegare questi casi senza risposta.

Il deterioramento delle capacità riproduttive degli uomini rappresenta, secondo i ricercatori, un grave problema di salute pubblica che potrebbe anche a lungo termine “minacciare l’umanità“.